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Spezziamo la schiavitù
Gianni Citterio su Pace e Libertà giornale clandestino – 25 giugno 1943


Gianni Citterio
 
L'italiano, dopo vent'anni di fascismo, si può paragonare ad un ammalato di lunga estenuante malattia che cerca sottrarsi al male che lo porta alla morte ma che non trova in sé la forza di reagire. Immaginiamoci di essere guidati da un medico che cerchi di sviluppare a gradi le nostre energie latenti, fino a che le forze irromperanno rigogliose a nuova vita. Nell'attesa di rompere con lo stato di schiavitù al quale siamo soggetti, vediamo di ridiventare liberi cittadini degni di questo nome con quotidiane modeste manifestazioni di forza:
“Cessate di portare il distintivo, ne seguirà il provvedimento di espulsione e sarete automaticamente ridiventati liberi di voi stessi.
Non salutate romanamente.
Non usate il voi nei luoghi dove è imposto.
Nei ritrovi pubblici cercate la compagnia di color che sapete essere antifascisti.
Non andate a manifestazioni a carattere politico.
Quando vi si chiede il consenso per l'operato del fascismo, tacete.
Non parlate mai di politica con fascisti. Quando qualcuno di essi tiene conferenza in riunioni di amici o al caffè allontanatevi.
Dite sempre a voi stessi: «La rovina di tutti sarà anche la mia rovina e quella dei miei cari. Bisogna fare qualche cosa contro i nostri carnefici. Bisogna fare qualche cosa.»
Siate decisi e fermi in questa convinzione e non tarderà chi vi indicherà quello che dovete fare.”

Gianni Citterio

Il 13 giugno 2008, in occasione del centenario della nascita di Gianni Citterio, medaglia d'oro al valor militare, caduto in combattimento contro i nazifascisti il 13 febbraio 1944 a Megolo in Val d'Ossola, l'A.N.P.I. di Monza organizza una fiaccolata che partirà alle 21 dall'Arengario e attraverso via Carlo Alberto raggiungerà la piazza Gianni Citterio.
vedi manifestino



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  5 giugno 2008